Il primo volume tratta il mondo arabo e quello latinoamericano, in particolare l’esperienza algerina dell’autogestione (1962-1965) con la pubblicazione di decreti che la istituiscono nei settori agricolo e industriale e il quadro storico dei primi anni Sessanta. Infine, la parte più importante è dedicata alle esperienze recenti di autogestione in America Latina a partire dalla situazione delle imprese autogestite in Argentina. Diversi articoli si concentrano sul Cile e sull’Unità Popolare di Salvador Allende.

Il secondo volume rivolge la sua attenzione al Nord America. Agli Stati Uniti, dove la tradizione cooperativa risale a molto tempo fa con pratiche autogestionarie nel cuore del capitalismo mondiale. Viene trattato anche il Québec mentre la parte finale guarda invece al continente europeo. Dopo la Grecia, la Francia e le sue “dipendenze” (europee o meno) – sono presenti la Corsica e la Guadalupa, spesso dimenticate. Il volume si conclude con la Gran Bretagna.

Il terzo volume è dedicato al resto dell’Europa. In primo luogo, Grecia, Italia e Portogallo, con la loro ricca esperienza di autogestione, passata e presente. Anche la Jugoslavia occupa un posto di rilievo, così come la Polonia, con l’esperienza di Solidarnosc e il suo progetto di repubblica autogestita, ma anche la Cecoslovacchia e la Primavera di Praga. Infine, sono presenti diversi contributi sui Balcani degli ultimi anni. Il volume si conclude con uno sguardo all’Asia (Giappone e Cina) e all’Oceania (Australia).

Il quinto volume, proseguendo il filo del IV, esamina il rapporto dell’autogestione con il marxismo e l’anarchismo. Più in generale, affronta la questione del ruolo dei lavoratori, dello Stato e del piano in una prospettiva di autogestione. Viene posto l’accento sulla democrazia diretta. Vengono inoltre forniti contributi sui diritti di proprietà e sulla nazionalizzazione alla luce dell’autogestione. Infine, viene esaminato il campo delle forze politiche e sindacali che si confrontano con l’autogestione in Francia.

Il sesto volume è tematico. Si occupa in successione di scuola e cultura, ecologia e transizione ecologica, femminismo e pianificazione urbana. concentrandosi su esperienze concrete e riflessioni teoriche più ampie.I Rencontres internationales de l’économie des travailleurs, che dal 2013 riuniscono ogni anno gli attori delle imprese autogestite, sono oggetto di ampi e dettagliati resoconti, che illustrano la convergenza internazionale che esiste intorno all’autogestione. Infine, una bibliografia e una filmografia sull’autogestione.

Nel settimo volume si torna all’America Latina con São Paulo: la trasformazione delle sorgenti urbane in parchi e giardini autogestiti e il processo di recupero delle imprese in corso in Argentina. Diversi articoli sono dedicati ai vicini Stati Uniti, con, ad esempio, il piano alternativo per la città di Jackson (Mississippi). Non manca l’Europa, in particolare la Francia, con la sua alternativa all’uberizzazione: i fattorini in bicicletta lanciano le loro cooperative. Presente anche il movimento dei Gilets jaunes.

Nell’ottavo volume, oltre agli esperimenti concreti di autogestione in Francia e all’estero, come la comune libertaria della Manciuria (1929-1932) o l’attuale lotta delle cooperative siciliane contro la mafia, gran parte del libro si concentra sulla pandemia di Covid-19 e sulle forme di assistenza sanitaria auto-organizzata emerse in tutto il mondo. Nel capitolo sulle idee di autogestione, vengono presentati diversi contributi di ispirazione libertaria, tra cui una valutazione critica delle esperienze algerina e jugoslava discusse nei volumi precedenti.

Nel nono volume particolare attenzione è rivolta ai consigli operai in Alsazia-Lorena (1918), Germania (1919) e Italia (1920 e 1946).  La questione della salute viene nuovamente affrontata nella Spagna rivoluzionaria del 1936, in Argentina e nelle scuole francesi di oggi, con estratti del contropiano di organizzazione del sistema sanitario del collettivo interospedaliero. Si parla anche di altre forme di auto-organizzazione: centri sociali autogestiti, mense popolari, cooperative in Madagascar e Rojava.

Il decimo volume dedica due sezioni speciali a La Commune de Paris e all’esperienza del sindacato autogestionario polacco Solidarnosc. Presentati anche esperimenti concreti come gli squat e i centri sociali autogestiti di Città del Messico, una cooperativa lattiero-casearia in India e i centri di mutuo sostegno di Porto Rico. Le idee di autogestione includono la questione della conversione industriale e un piano per la transizione sociale ecologica dell’agricoltura. Infine, Bakunin, teorico dell’autogestione.

L’undicesimo volume presenta due importanti dossier: uno sull’Argentina e le sue imprese autogestite e l’altro sul movimento cooperativo della popolazione afroamericana, veicolo di emancipazione sociale e politica. Un resoconto inedito di Daniel Guérin apre il volume, ma anche un articolo sui comitati di coordinamento locale, embrione del potere popolare in Siria, un articolo inedito di John Reed sul funzionamento dei soviet e un resoconto dall’Uruguay su Living in self-management.