
GENERE E CLASSE – Marxismo e femminismo a confronto
Appuntamento a Porto per la conferenza internazionale marxista-femminista dal tema “Decolonizzare i corpi, i territori e le pratiche”.
Dal 2015, su iniziativa della femminista marxista tedesca Frigga Haug, ha avuto inizio una serie di conferenze internazionali che hanno come scopo di alimentare, a partire da sempre più angoli di visuale, la corrente marxista all’interno del femminismo transnazionale, e di rileggere le categorie marxiste attraverso un approccio femminista intersezionale.
I primi incontri, svolti in Germania, Austria e Svezia, si sono incentrati sulle 13 tesi della Haug, emendate e arricchite attraverso il dibattito con centinaia di femministe, studiose e attiviste, dei Paesi partecipanti. Le successive edizioni, in Euskadi (on line, a causa della pandemia) e in Polonia hanno ampliato il dibattito con il contributo di teoriche di fama internazionale come Gayatri Spivak, Silvia Federici e Tithi Bhattacharya, tra le altre, mettendo a fuoco l’intreccio tra riproduzione e produzione all’interno dell’accumulazione capitalistica e la risignificazione dei concetti di classe e di lotta di classe.
Ad ogni edizione, le conferenze, che godono del supporto materiale della rete di Transform Europe, viene costituito un Comitato scientifico locale che determina il focus e le modalità di svolgimento dell’incontro.
Dopo aver coinvolto in questo primo decennio principalmente i Paesi del Nord e Nordest europeo, la sesta conferenza si svolgerà finalmente in un Paese del Sud Europa, il Portogallo, con il conseguente slittamento di problematiche affrontate, che rispecchiano un contesto politico e delle soggettività in parte differenti dal resto del continente.
Non a caso il tema della sesta conferenza, che avrà luogo a Porto a novembre 2025, è “Decolonizzare i corpi, i territori e le pratiche”, un titolo che riecheggia le riflessioni delle femministe non occidentali e in particolar modo quelle latinoamericane che hanno raggiunto la penisola iberica e i Paesi limitrofi, allargando i punti di vista dei femminismi “nostrani”. Sotto i tre assi nominati nel titolo,in realtà, si affronta una varietà di problematiche che vanno daIl’appropriazione dei corpi delle donne in tempi di guerra all’attualità della classe lavoratrice – femminilizzata e razzializzata – ; dal ruolo delle religioni e dei fondamentalismi nella colonizzazione di menti e corpi alle esperienze e rappresentazioni femministe nella trasformazione degli spazi urbani; dall’arte come pratica dirompente di rivendicazione dell’autodeterminazione alla sessualità come resistenza,… Vedi il programma completo della conferenza.
Contrariamente al Portogallo, dove esiste un forte tessuto di relazioni tra collettivi femministi e accademiche, anticapitalistiche, antipatriarcali e decoloniali, in Italia le relazioni sono piuttosto sfilacciate; le convergenze si danno più nelle piazze dell’8 marzo e del 25 novembre che Nudm riesce a convocare, o in incontri di formazione occasionali, come quelle organizzate da Jacobin. Eppure sentiamo la necessità di una presenza politica costante, femminista-marxista – che sappia resistere ai colpi d’ascia, materiali e ideologici, che l’ultradestra al potere brandisce quotidianamente contro le conquiste di civiltà, ottenute in 50 anni di lotte e di elaborazioni dei movimenti femministi, LGBTQI* e operai.
Vogliamo cogliere l’occasione di questa conferenza a Porto per riprendere il filo del dibattito che abbiamo avuto modo di cominciare in vari momenti sparsi nel tempo, dal vivo e on line, con lo scopo non solo di collegarci con le compagne portoghesi ma anche di trovare le modalità per rafforzare il nostro pensare e agire collettivo, a partire dalle varie collocazioni di lavoro, di studio, di militanza in cui ci troviamo.
Chi fosse interessato al progetto può scrivere a nadia.demond@gmail.com
VI CONFERENZA INTERNAZIONALE MARXISTA-FEMMINISTA 2025 | Appello alla partecipazione
Decolonizzare i corpi, i territori e le pratiche
Porto (Portogallo) 21 – 23 novembre 2025
In un tempo segnato dal militarismo, in cui l’estrema destra e il fascismo crescono e arrivano al potere, la violenza – materiale e simbolica – si generalizza e si normalizza, minacciando le nostre vite e facendo indietreggiare i nostri diritti.
Dobbiamo resistere e rispondere a questi tempi oscuri. Non abbandoniamo il progetto di una vita giusta per tutte le persone e per questo ci mobilitiamo per la costruzione di un progetto femminista anticapitalista. Facciamo appello all’intelligenza, all’immaginazione, alla solidarietà, alla condivisione e alla produzione collettiva della conoscenza e dell’azione come strumenti di resistenza e di lotta contro tutte le forme di oppressione e di disuguaglianza.
Questa Conferenza vuole essere parte della risposta. Intende, perciò, unire forze, condividere conoscenze e idee, tessere reti di solidarietà e ripristinare speranza, prendendo e pretendendo la parola. Osare costruire un progetto comune – femminista, antirazzista, decoloniale, anticapitalista e ecologista – è la sfida che abbiamo di fronte.
Abbiamo scelto tre assi di dibattito per questa Conferenza:
- Decolonizzare i corpi e rivendicarli come territori autodeterminati, combattendo tutte le oppressioni che ci alienano, mercificano e oggettificano.
- Decolonizzare i territori, denunciando e combattendo i processi di occupazione, appropriazione e espropriazione violenti, così come i processi di disumanizzazione e di morte.
- Decolonizzare le pratiche, riflettendo criticamente e trasformando modi fare e di pensare.
Pensare, riflettere e trasformare i modi di vita, rinnovando il marxismo come strumento di analisi e di trasformazione, attraverso articolazioni multimodali tra il politico, l’economico, il sociale e il culturale; tra il locale e il globale, nei più diversi contesti è la nostra sfida.
Creare relazioni internazionali di lavoro e rafforzare reti di solidarietà è il nostro obiettivo, affinché il nostro incontro significhi resistenza, speranza, e impegno per il presente e per il futuro.
In questa Conferenza saranno accolte diverse metodologie di partecipazione, perché queste rispecchiano la diversità e la complessità delle risposte che sono state provate e che hanno contribuito alla ri-significazione della politica e all’emergenza di nuovi soggetti politici. Un paper, un video, una performance, un intervento artistico, un workshop, un cerchio di conversazione, riflessioni teoriche o esperienze pratiche, tutti i contributi, a nome proprio o in rappresentanza di un collettivo, sono benvenuti.